Breve storia dell’ortodossia in Calabria
…fino allo scisma d’oriente, del 1054 d.c., la cristianità non era divisa, com’è oggi, tra cattolici e ortodossi. L’unica chiesa, quella che riteneva di avere la vera fede (ortodossia) si trovava a Costantinopoli, la sede dell’impero romano d’oriente. Dal punto di vista organizzativo, ogni centro maggiore dell’impero, che all’epoca comprendeva anche il meridione d’Italia e la Calabria in particolare, aveva un suo patriarca, una sorta di vescovo che sovrintendeva all’organizzazione ecclesiastica ed alle attività della comunità religiosa. Si trattava di una chiesa acefala, cioè che non aveva un “capo”. Il patriarca di Costantinopoli era un “vescovo” come tutti gli altri e non aveva alcun potere di direttiva particolare sugli altri patriarchi. La sua maggiore influenza derivava solo dal fatto che viveva nella stessa città dell’imperatore, il quale invece convocava i concili, nei quali si stabilivano i dogmi della fede (i primi concili, quelli di Efeso, Nicea, Calcedonia furono indetti dagli imperatori d’oriente)…
…questo carattere della chiesa d’oriente è stato definito “cesaropapismo”: Stato e Chiesa si identificavano, in un’unità inscindibile….
…oggi può sembrare esagerato, ma intorno all’anno mille su concetti astratti, come la trinità (cd contesa sul “filioquoe”) o la natura umana o divina di Gesù Cristo scoppiavano delle aspre contese (dette appunto “cristologiche”) che spesso si legavano, nelle regioni limitrofe dell’impero, a motivi di insofferenza alla supremazia bizantina più generali, di tipo politico o economico o a contaminazioni dottrinarie da altre religioni, come l’islam…
… questo era appunto il caso, tra gli altri, dell’Italia. Con il passare del tempo la difficoltà dei collegamenti tra Roma e Bisanzio, la mancanza di una ferma autorità politica che potesse arginare la prepotenza dei barbari (prima i goti, dopo i longobardi) indurranno il patriarca di Roma a ricercare una posizione di sempre maggiore influenza politica. Il patriarca infatti in più di una occasione difenderà Roma dalle scorrerie barbariche, divenendo unico riferimento per le popolazioni. Un’ po’ alla volta egli comincerà a chiamarsi “papa” (dal greco “papas” che significa padre) e sfiderà sempre più nettamente l’autorità bizantina, in particolare non richiedendo più l’autorizzazione di Costantinopoli prima e del patriarca di Ravenna dopo per l’elezione del nuovo pontefice…
…la discesa in Italia di Carlo Magno (a capo dei Franchi, cattolici di fede romana, cioè fedeli al papa di Roma) sarà abilmente sfruttata dai pontefici. Grazie a questi barbari infatti la chiesa cattolica si distaccherà completamente dal dominio bizantino, inaugurando, nell’800 d.c. la nascita del sacro romano impero ed inoltre saranno cacciati dall’Italia i precedenti dominatori, i rozzi Longobardi , di fede ariana, che avevano fatto conoscere all’isola il suo periodo di maggiore decadenza socio-culturale ed economica…
Nei secoli seguenti la posizione del papato si rafforzerà sempre maggiormente fino a giungere, nel 1054 alla definitiva e reciproca scomunica da parte delle fedi cattolica e ortodossa.
La Calabria assieme a buona parte del meridione (fino a Benevento circa) diviene terra di confine nella lotta tra bizantini ed arabi, che intanto avevano conquistato la Sicilia.
Diverrà infine definitivamente dominio dei normanni nel 1061.
Il 726 d.c. segna una data importante per la storia della presenza ortodossa in Calabria. In quell’anno infatti l’imperatore Leone III Isaurico emanò un editto, in base al quale dovevano essere distrutte tutte le immagini sacre e icone raffiguranti la divinità in tutte le province dell’impero (c.d. "iconoclastia") Il commercio di queste immagini rappresentava la principale fonte di sostentamento per i monaci bizantini, tra i quali molto numerosi erano i seguaci di San Basilio, anche detti “basiliani”, i quali furono duramente perseguitati e per tale motivo costretti a scappare…
…tra le varie regioni nelle quali cercarono rifugio, una delle principali fu la Calabria. L’opera dei monaci basiliani e degli altri monaci che sono fuggiti in Calabria ci ha regalato alcuni dei principali tesori d’arte del nostro territorio.
I principali tesori della Calabria bizantina
Due sono le zone da visitare: la vallata dello Stilaro-Allaro e Rossano
La vallata dello Stilaro-Allaro è una fascia di territorio, presso la cittadina di Stilo, compresa appunto tra le due fiumare Stilaro e Allaro. E’ stato nei secoli luogo eletto dai monaci bizantini per costruire la loro “cattolica”, cioè la loro chiesa principale.
La “Cattolica” in fotografia sembra un edificio grande.. invece il visitatore rimarrà stupito nel constatare le sue vere dimensioni, che sono ridotte! Rappresenta un vero capolavoro ed il maggiore esempio di arte bizantina nel meridione e in Italia …
Ecco alcune foto che abbiamo scattato alla fine dello scorso mese…
Particolarità dell’interno sono alcuni dipinti a muro, sui quali sembra vi siano dei “graffiti”… non si tratta del solito vandalo, ma anzi si tratta di scritte antiche in lingua araba: infatti per un certo periodo durante la dominazione mora la piccola chiesa divenne una moschea.
A pochi chilometri da Stilo, nella vicina Bivongi sorge invece il monastero di San Giovanni Therestis (mietitore) risalente all’XI sec. Dal 1994 i monaci basiliani vi sono ritornati . E' oggi il principale centro di cultura ortodossa in Italia.
Nella vallata dello Stilaro vi sono anche altri monasteri bizantino-normanni..una lista completa la potete consultare qui
A Rossano invece sorgono la cattedrale di Maria Santissima Achiropita, l’oratorio di San Marco, la chiesa della Panaghia e poco fuori dell’abitato, l’abbazia del Patire o Patyrion
Presso il museo diocesano di Rossano e poi conservata quella che potremmo considera “la chicca” del nostro piccolo tour, ovvero il “Codex Purpureus Rossanensis”
Il “Codex” è un evangelario greco del VI sec. Di origine mediorientale, probabilmente portato a Rossano da monaci orientali che sfuggivano alla persecuzione araba. E’ rimasto per secoli nascosto nel tesoro della cattedrale di Maria Santissima Achiropita, per poi tornare alla luce grazie all’opera di alcuni studiosi tedeschi. La preziosità del documento, che riproduce in lingua greca i vangeli di Matteo e Marco è data in particolare dalle 14 tavole miniate interne, che fanno invidia anche ai tesori dei Musei Vaticani!
Ovviamente quanto scritto non esaurisce il panorama delle bellezze bizantine nella nostra regione... praticamente ogni cittadina conserva delle vestigia bizantine.. ma sicuramente questi tesori ne rappresentano la "top ten" ;)
Ciao a tutti!! :)
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