venerdì 5 giugno 2009

Il diritto di voto degli studenti universitari fuori sede

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In Italia gli studenti fuori sede, ovvero coloro i quali hanno scelto di studiare in atenei distanti dal loro luogo di residenza sono un esercito di circa 250.000 persone. Per la maggior parte provengono dalle regioni del sud Italia e si sono spostati in atenei del nord per iniziare o perfezionare i loro studi.

Recentemente alcuni quotidiani nazionali tra cui Repubblica ma anche Leggo, edizione di Padova hanno riportato la notizia di una petizione, lanciata nel 2008 da un gruppo di studenti distanti dal loro luogo di residenza che attraverso la sensibilizzazione online tentano di portare al centro dell'agenda politica il tema del diritto di voto degli universitari fuori sede.

La nostra Costituzione all'art.3 stabilisce che "[…] è compito della Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale che , limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscano […] l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,economica e sociale del Paese".

In effetti per molti studenti universitari (che, ad esempio in tema di sicurezza, sono equiparati ai lavoratori dall'art. 4 del dlgs 81/2008) l'eccessiva distanza dal luogo di residenza limita "di fatto" l'esercizio del diritto di voto. Gli impedimenti legati agli impegni universitari, lo stress di sobbarcarsi lunghi viaggi per fermarsi a casa solo pochi giorni scoraggiano anche quelli che, in situazioni "normali", si recherebbero sicuramente a votare.

Tutto questo senza considerare che il rimborso solo parziale del costo dei biglietti previsto dal T.U. delle leggi elettorali e applicato dalle compagnie di trasporti, tra cui Trenitalia è meno fruibile proprio per chi abita più lontano: questo perché esso è previsto interamente solo per i treni Espressi e Regionali, mentre chi deve fare lunghe percorrenze ed è quindi costretto a scegliere servizi accessori (AV Fast, Alta Velocità, ES Fast, Eurostar City, Eurostar, IC Plus, Intercity, IC notte, servizio cuccetta o vagone letto) deve pagare la differenza tra la tariffa ordinaria e quella del treno di categoria superiore.

Inoltre, come riportato da Repubblica di oggi, sembra che le ferrovie quest’anno abbiano difficoltà a garantire i posti con lo sconto prima dell’ 8 giugno, non in tempo quindi per tornare a votare...

Insomma, difficoltà su difficoltà.

Questa grave mancanza risulta ancora più incomprensibile, se si considera il fatto che il diritto di voto è garantito finanche ai residenti all'estero ed ha assunto dal 2001 rango costituzionale. Infatti con la legge costituzionale 459 si è colmato il vuoto normativo, che impediva a tanti italiani di esprimere il proprio voto al di fuori dei confini nazionali.

Allo stato attuale il voto per i non residenti è permesso solo ai membri del seggio, agli appartenenti alle Forza pubblica, ai militari, ai vigili del fuoco, alle persone non deambulanti, alle persone munite di una sentenza o di attestazione del Sindaco, ai marittimi e aviatori fuori residenza. I rappresentanti di lista possono votare nel seggio in cui svolgono il loro mandato purché siano elettori della circoscrizione. Tra i più penalizzati da questa situazione si possono indubbiamente citare gli studenti fuori sede residenti nelle regioni Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna che devono fare viaggi lunghi in media più di 10 ore, senza contare gli innumerevoli e noti disservizi delle loro ferrovie più volte denunciati
anche da esponenti istituzionali regionali, tra cui l'assessore al bilancio e trasporti della regione Calabria Demetrio Naccari Carlizzi.

Abbiamo fatto delle brevi interviste ad alcune studentesse fuori sede , iscritte a vari corsi di laurea dell’ università degli studi di Padova per capire cosa pensano di questa situazione. Secondo i dati forniti dall'ateneo, consultabili on line nel solo a.a. 2007/2008 Padova ha attratto 60.462 studenti. Tra gli iscritti a tutti i corsi di laurea, ben 9.609 (il 15,9 %) provengono da fuori regione. Tra di loro 2525 (il 4,2%) sono residenti nel Sud Italia o nelle isole.

Melania Tria, 21 anni, studentessa pugliese di lettere e filosofia originaria di Putignano (BA) dice: "Penso che la petizione colga un problema reale: in effetti, tra i tanti amici fuori sede come me non ne ho sentito neanche uno che dica di voler tornare a casa per votare. Non credo che si tratti di semplice disaffezione dei giovani verso la politica. Secondo me quello che non convince è più che altro il peso di un lungo viaggio e la paura di perdere troppi giorni a poco tempo dagli esami. Il problema a mio giudizio si potrebbe risolvere permettendo anche agli studenti fuori sede il voto per corrispondenza, così come previsti per i cittadini residenti all'estero".

Gonaria Fadda, 25 anni, studentessa sarda del DAMS, originaria di Orani (NU) aggiunge: "anche io ho sempre vissuto come un limite il fatto di affrontare tutte queste difficoltà per tornare a votare. Tra l'altro secondo me per noi sardi la situazione è ancora peggiore: in effetti nessuna compagnia prevede rimborsi per i viaggi in aereo, per cui siamo costretti a prendere un treno per Civitavecchia, Livorno o Genova. Con la compagnia Tirrenia otteniamo il rimborso del 60% per un “passaggio ponte” , ma la riduzione del 60% sulla tariffa ordinaria non è utilizzabile on line. Per i sardi residenti all’estero (ma che non siano studenti!) invece la regione concede agevolazioni per ammortizzare il costo di viaggio: perché per noi non si fa nulla? credo che questa situazione potrebbe essere risolta attraverso l'iscrizione nelle liste elettorali del comune sede dell'università dei nominativi degli studenti che ne facessero richiesta".

Maria Cristina Morici, 22 anni, studentessa siciliana di scienze del turismo originaria di Erice (TP) rincara la dose, aggiungendo: ”in primo luogo, oltre a dovermi sobbarcare un lunghissimo viaggio da Padova a Villa San Giovanni (circa 14 ore), che non mi viene rimborsato interamente e per il quale devo pagare servizi accessori come la cuccetta, quando arrivo in Sicilia impiego circa 4 ore per giungere fino a Palermo, perché come forse saprete, da noi non ci sono treni eurostar, men che meno l’alta velocità. Senza contare che dopo impiego un'altra ora fino a Trapani..se vado in macchina! perché se prendo il treno allora, come potete facilmente constatare sul sito di Trenitalia, i tempi di percorrenza sono superiori alle due ore! Al di là del costo e degli eventuali rimborsi, pensate quanta voglia mi rimane di tornare a votare!

In effetti nell’ultimo periodo qualcosa si è finalmente mosso e su iniziativa del primo firmatario Stefano Ceccanti del Partito Democratico e, tra gli altri di Giuseppe Lumia è stata presentata il 12 maggio una proposta di legge intitolata disposizioni per l'esercizio del diritto di voto degli studenti universitari alle elezioni politiche e per il Parlamento europeo che però non è ancora stata discussa.

Ci auguriamo che il progetto possa essere concretizzato al più presto, ponendo fine a questa grave discriminazione che rende difficoltoso l'esercizio del diritto democratico per eccellenza alla futura classe dirigente del nostro Paese.

Intanto chi fosse interessato può continuare a firmare la petizione o iscriversi al gruppo di facebook nato per iniziativa dei promotori che conta ad oggi ben 2156 membri.