venerdì 21 maggio 2010

Il giuramento Scout alla 'ndrangheta (quando la realtà supera la fantasia)

Neanche Mario Puzo, nel celebre romanzo "Il Padrino" avrebbe mai potuto concepire questo..

A quanto pare, a Rosarno anche Akela è mafioso: il gruppo agesci del Paese è stato sciolto dopo che uno dei capi è stato arrestato per associazione a delinquere. Fantastica la dichiarazione del parroco del Paese, per come riportata da Strill:

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=69168%3Arosarno-gruppo-scout-sciolto-per-infiltrazioni-mafiose-le-famiglie-e-il-parroco-si-ribellano&catid=1%3Aultime&Itemid=217

''Questi ragazzi -insiste- sono stati costretti a dare le dimissioni, e con spirito di obbedienza 'cristiana', e lo dico tra virgolette, hanno accettato questa croce piangendo''. (All'anima dello spirito cristiano!)

Mi chiedo ancora cosa debba succedere prima che a Rosarno arrivi l'esercito (magari con caschi blu dell'ONU al seguito).

domenica 28 marzo 2010

I servi sciocchi calabresi

Riporto come già fatto da altri blogs, il testo di un interessante comunicato stampa del sindacato indipendente di polizia Coisp.

Il Coisp, lamentandosi delle dichiarazioni vergognose rese dai gregari del Silvio nazionale che hanno dato al questore di Roma dell'alcolizzato, tenta di riportare l'attenzione sull'importanza di tutelare l'onorabilità delle forze dell'ordine e della magistratura, in particolare se sul palco di una  manifestazione politica sono presenti i candidati Presidenti di regioni come la Calabria, nella quale la criminalità spadroneggia. 


Comunicato del COISP
 
Alla cortese attenzione delle testate giornalistiche e degli organi di stampa
COMUNICATO STAMPA DEL 21 MARZO 2010

Oggetto:
Il Pdl attacca la Questura di Roma sui numeri della manifestazione di ieri.
Maccari (COISP): “Questo Governo è una farsa senza precedenti… non perde tempo per pugnalare la Polizia alle spalle, si vergogni!


Un Governo che sfila contro un altro potere dello Stato (visto che ieri a Roma abbiamo sentito solo slogan contro la Magistratura che è un potere dello Stato) e che smentisce i propri organismi (visto che stamattina gli organizzatori della manifestazione di Roma contestano i dati della Questura che, se qualcuno se lo fosse dimenticato, è composta da uomini della Polizia che si chiama di Stato…). Questo è il paradosso kafkiano, il festival dell'assurdo che sta vivendo in questo momento l'Italia, probabilmente senza neanche accorgersi della gravità di quanto accade. Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia - attacca duramente le osservazioni dei rappresentanti del Governo e lo stesso Premier che “nel tentativo di accreditare un altro suo fallimento - dice Franco Maccari - fa pronunciare ai suoi uomini parole dai contenuti pericolosissimi. Cosa spera di ottenere se Gasparri parla di un Questore in coma etilico e Cicchitto definisce la Polizia deviata? Glielo diciamo noi cosa otterrà - dice ancora Maccari - un violento scontro sociale senza precedenti in cui i mandanti, questa volta in maniera palese, (in altri tempi lo furono in maniera oscura), saranno proprio i rappresentanti del Governo che dovrebbero tutelare la società e non darla in pasto ai beceri istinti di chi, nel nome di un'impunità che sente arrivare dall'alto, si sentirà autorizzato a sbeffeggiare il lavoro di tutti quei Poliziotti impegnati nella tutela della sicurezza e della legalità”.
“Caro Presidente Berlusconi - dice ancora il Segretario Generale del Coisp - ci giunge voce, e non è solo una voce, che il suo coordinatore nazionale abbia inviato una lettera ai delegati abruzzesi per "intimargli" di raggiungere il numero di cinquanta pullman per Roma. Sa cosa significa questo politicamente? Significa che quella piazza la volevano in pochi, significa caro Presidente, che i primi a mettere in pericolo la gestione dell'ordine pubblico sono stati i suoi uomini intimando alla gente di partecipare. Questo Governo è la farsa di se stessoconclude il leader del Sindacato Indipendente di Polizia - non una parola da quel palco è stata pronunciata in favore delle Forze dell'Ordine, non un provvedimento è stato annunciato sulla sicurezza nelle città. Eppure c'erano candidati alle presidenze di regioni “ad alto rischio” come la Calabria, che hanno fatto la parte dei servi sciocchi, cantando la canzone che il padrone aveva ordinato loro di cantare. Presidente il vero coma etilico è quello in cui Lei tenta di mandare questo Paese ubriacandolo di un vino di ultima scelta”.

Con gentile richiesta di pubblicazione e consueta attenzione giornalistica.

Ufficio Stampa Co.I.S.P. Nazionale - Responsabile Politico: Giuseppe Brugnano 331-3702908 Collaboratori: Antonio Capria, Olga Iembo, Giulia Zampina, Piero Affatigato, Luigi De Prizio
Da QUI
 (o facendo download QUI)

venerdì 19 marzo 2010

Elezioni regionali 2010: gli amici della 'ndrangheta nelle liste

Riporto, con grande scoramento e massimo avvilimento, uno stralcio di un articolo di "Repubblica" di oggi, a firma di Giuliano Foschini e Conchita Sannino, specificando quanto segue:

Per tutti i cittadini vige la presunzione di innocenza, almeno finchè e se non si venga condannati con sentenza passata in giudicato...

..E' anche vero però che, se la saggezza popolare del "dimmi con chi vai, ti dirò chi sei" vale ancora qualcosa, allora....

CALABRESI, REGGINI CHE VI RECATE PRESTO A VOTARE, MEDITATE, MEDITATE PRIMA DI METTERE LA SCHEDA DENTRO L'URNA!!!! (E SOPRATTUTTO DOPO NON LAMENTATEVI, PERCHE' SIETE STATI AVVERTITI!)


"La profezia di Seminara (tratto da repubblica.it http://www.repubblica.it/politica/2010/03/19/news/mafia_regionali-2753846/ )

In Calabria con 15 mila euro si compra il voto di un'intera cittadina. Cassano Jonico nello specifico. In pratica si acquista un seggio. Lo ha fatto nel 2005 Franco La Rupa, ex consigliere regionale dell'Udeur. "Fu lui - scrivono i pm di Reggio - a stringere attraverso l'intermediazione di Luigi Garofalo un accordo con Antonio Forastefano, boss della 'ndrangheta, in forza del quale si impegnava a corrispondere denaro in cambio di voti". Quindicimila euro, appunto. La Rupa ora non ci riprova. Non lui direttamente, per lo meno. In lizza con la lista Noi Sud, che appoggia il candidato presidente del Pdl, Giuseppe Scoppelliti, c'è suo figlio Antonio. "Vergogna", ha gridato in commissione Antimafia Angela Napoli, deputata del Pdl che contro "queste candidature in odore di 'ndrangheta" ha annunciato che alle prossime elezioni non andrà a votare. In Calabria, secondo i dati arrivati all'Antimafia, i candidati a rischio sono 21: 16 sostengono la candidatura di Scopellitti, cinque quella di Loiero. Il procuratore capo di Reggio, Giuseppe Pignatone, spiega: "La 'ndrangheta si muove sempre quando ci sono interessi in ballo, succede nell'economia e anche nella politica, l'esperienza ci dice che ha sempre votato e fatto votare. È quindi ipotizzabile che succeda anche per le prossime elezioni". Ma a favore di chi? Il procuratore non fa nomi. La Napoli sì: il primo è quello di Tommaso Signorelli (Socialisti uniti), anche lui con Scopellitti presidente. Il candidato fu arrestato nel dicembre del 2007 nell'inchiesta della Dda di Catanzaro che portò allo scioglimento, per infiltrazioni mafiose, del Comune di Amantea. Era lui - dice la procura antimafia - "il politico di riferimento del clan" che per tre anni almeno (dal 2004 al 2007) avrebbe favorito i Gentile-Africano nell'acquisizione degli appalti e dei servizi nel porto di Amantea. Capolista dell'Udc (che qui corre con il Pdl) è Pasquale Tripodi, ex assessore regionale Udeur. Di lui parla il pentito Cosimo Virgiglio, e dei suoi rapporti con il boss Rocco Molé, poi fatto fuori dai cugini Piromalli nel febbraio de 2008.

In Calabria ci sono poi quelli che non ci saranno. Domenico Crea, consigliere regionale uscente, è in carcere da due anni per concorso esterno in associazione mafiosa con i clan della Locride. Nel 2009 è stato condannato anche Pasquale Inzitari, astro nascente dell'Udc reggino, consigliere provinciale. I boss si sono vendicati del suo tradimento facendo saltare in aria ad aprile del 2008, con un'autobomba, il cognato Nino Princi. E, due mesi fa, gli hanno ammazzato il figlio Francesco. Nel mirino dei magistrati anche Mariano Battaglia, candidato alle scorse regionali. È stato arrestato per l'operazione Topa, che si occupò delle infiltrazioni mafiose nel comune di Seminara. Seminara è un paesino dell'Aspromonte nel quale i clan sono in grado di controllare i voti uno per uno. Nel fascicolo del pm Roberto Di Palma c'è un'intercettazione nella quale i boss dicono che, alle comunali, la lista da loro sostenuta prenderà 1050 voti. A spoglio terminato i magistrati ne conteranno 1056."