martedì 7 aprile 2009

Reggio Calabria, uomo morto che cammina

Il terremoto in Abruzzo non è stato un evento eccezionale. Intanto le normative classificano sin dal 1935 la zona dell'Aquila come sismica. Inoltre, ecco la cosa davvero spaventosa, questo non è stato un evento particolarmente forte.

Purtroppo però l'80% delle abitazioni vicine al sisma sono crollate o sono gravemente danneggiate. Ma come è possibile tutto questo?

Evidentemente il problema, come stanno dicendo tutti, è stato il mancato rispetto delle normative antisismiche, l'utilizzo di materiali scadenti, gli ampliamenti di preesistenti edifici mal progettati.

Si inpone quindi, al di là del cordoglio per tutte le persone morte per un disastro annunciato (tanto per cambiare) fare giusto quattro riflessioni su l'unica zona d'Italia nella quale il 100% dei comuni sono a rischio sismico, e cioè la Calabria. Infatti oggi piangiamo i circa 200 morti dell'Aquila e provincia, ma si tenga conto che, se oggi un terremoto colpisse le città di Reggio Calabria (e Messina sulla costa siciliana), purtroppo la rovina SAREBBE DI MOLTO PEGGIORE (non dimentichiamo che nel 1908 morirono, secondo le stime più ottimistiche, 80.000 persone).

Posso dire che sto ANNUNCIANDO LA TRAGEDIA, perchè allo stato attuale Reggio Calabria e Messina sono DEI GRANDI POTENZIALI CIMITERI (potrei scrivere qualche terzina profetica, magari.)

Infatti la maggior parte delle case sulle rive dello stretto non sono a norma. Ed i terremoti nell'area dello stretto sono decisamente più potenti di quelli che possono colpire il centro Italia.

Inoltre non bisognerebbe sottovalutare il problema della scarsità dei collegamenti tra Reggio Calabria ed il resto dell'Italia. Almeno a Messina hanno il porto. Ma se oggi un terremoto colpisse Reggio, si può dire SICURAMENTE che saremmo TUTTI spacciati.

L'autostrada è combinata "a tre tubi". I collegamenti ferroviari fanno pietà e misericordia. Senza considerare che la città di Reggio si trova in una specie di "imbuto": da una parte la A3, già bloccata da cantieri di ogni tipo e con code in condizioni normali, con la carreggiata larga 2 m. Quanto alla ss 106, forse è meglio non menzionarla affatto, sarebbe sicuramente impraticabile, dato che attraversa tutti i paesi della fascia ionica, ed è anch' essa costantemente intasata nelle ore di punta.

Pensiamo a due realtà opposte geograficamente, Scilla e Pellaro, più o meno equidistanti da Reggio ed accomunate dall'invidiabile primato di essersi beccate nel 1908 una bella onda di tsunami alta circa 12 m. Scilla oggi è difficilmente raggiungibile, l'uscita sull autostrada è chiusa, si raggiunge solo da Bagnara o dalla provinciale, che si trova tra l'altro sul mare. Che fine farebbero gli scilloti?

Che dire invece di Pellaro? anche qui, onda di 12m ed un abusivismo edilizio di proporzioni vergognose. Rasa al suolo dopo il 1908 DAL MARE che fine farebbe oggi? e poi, come raggiungerla, considerato che la ss 106 è una vergogna adesso, figuriamoci se sarebbe agibile dopo un terremoto...

Quanto a Reggio città..preso che atto che non sarebbe raggiungibile da nord, ovvero dalla A3, e non sarebbe raggiungibile dalla fascia ionica, ovvero dalla ss 106, da dove dovrebbero giungere i soccorsi? tutte le altre vie di comunicazione attraversano l'Aspromonte ed hanno già oggi tempi di percorrenza lunghissimi, quindi non sono menzionabili. Cosa rimane? ancora una volta, l'unica via sarebbe il mare..sperando che anche questa volta vi sia qualche flotta russa di passaggio...

..ma magari intanto ci sarà impiedi qualche bel ponte sotto il quale fare i sopravvissuti-barboni..

* Vi lascio il link al video di SuperQuark sul terribile terremoto del 1908, dove si sottolinea anche che oggi l'85% delle costruzioni italiane non sono antisismiche.

http://tr.truveo.com/Terremoto-di-Messina/id/348361666

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